L’avvocatessa Paola Brambilla, già Presidente del WWF Lombardia, ospita tre mamme con cinque bambini arrivate dopo un viaggio di quattro giorni: «Le donne ucraine ci hanno aiutato con i nostri figli e ora noi aiutiamo loro»
Articolo ripreso dal Corriere della Sera – Bergamo
I suoi figli hanno adesso 16 e 18 anni, ma Paola Brambilla, avvocato e già presidente del Wwf Lombardia, non dimentica di quali cure ed attenzioni siano stati oggetto da parte della loro tata, una donna ucraina puericultrice diplomata, arrivata in Italia con un carico di speranze. «Mi ha aiutato a crescerli, c’è sempre stata per noi e adesso mi è sembrato giusto, per una dinamica di scambio solidale al femminile, dare una mano a lei ed alla sua famiglia. Le donne ucraine ci hanno aiutato con i nostri famigliari e ora noi aiutiamo loro».
Brambilla ha messo a disposizione dell’entourage famigliare della ex tata (che tuttora lavora con altri bambini sempre in Italia) la sua casa di campagna, «in modo che stiano tutti insieme». Si tratta di tre mamme che con cinque bambini di uno, tre, cinque, sette anni. «Sono saliti su un pullman turistico e dopo un viaggio estenuante di quasi 4 giorni attraverso i vari confini, che sono riusciti ad attraversare mostrando di avere un luogo dove recarsi, sono arrivati a Bergamo sabato scorso. Un viaggio non facile anche per i costi non indifferenti. Laggiù hanno lasciato i loro uomini, mariti e fratelli oltre ai genitori, abbandonando le case che verranno occupate dai loro connazionali in fuga dalle zone più orientali dell’Ucraina».
Brambilla sottolinea che «sono tutti spaventati. La loro vita, fino a poco fa, scorreva tranquilla in un Paese che stava cercando di crearsi una propria economia. In questo conflitto ci sono elementi di scontro laceranti. È una popolazione che non si sente diversa dai russi, del resto anche la lingua è russofona. Hanno il cuore laggiù ed è laggiù che vogliono tornare, dove hanno il loro lavoro». A Natale la ex tata era tornata in Ucraina per festeggiare il compleanno della nipotina, figlia di quel figlio che lei stessa aveva dovuto abbandonare tanti anni fa quando era arrivata in Italia per sfuggire ad una situazione complicata. Un figlio che poi è riuscito a costruirsi una famiglia. «La nostra tata ha fatto giusto in tempo a tornare in Italia, era così felice per essere diventata nonna. Poi è arrivata la guerra».