“Tutto cambia affinchè nulla cambi”. Questa la verità tutta italiana contenuta nel sempre attuale “Il Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa. Una citazione mai smentita e men che meno adesso, con l’attuale situazione politica del nostro Paese.
Cambia il Presidente del Consiglio con l’incarica dato a Gentiloni, ma sostanzialmente non cambiano i Ministri o, meglio, compiono un giro di valzer per ritrovarsi al punto di prima. E allora all’Ambiente resta il Ministro Galletti che in un primo momento sembrava essere stato sostituito da Realacci. Così non è stato e si è deciso di dare continuità al lavoro svolto fino ad ora e di riprendere questioni irrisolte come, ad esempio, la partita legata alle rinnovabili e al mix energetico, pensando anche alla Strategia energetica nazionale, o al ddl sul consumo di suolo e al ddl acqua o, ancora, al discorso sull’economia circolare. Luci e ombre che hanno sollevato in questi anni non poche polemiche.
Le reazioni
Se è vero che sotto la sua direzione, finalmente, è stata riconosciuta la fattispecie penale dell‘ecoreato, ed è stato firmato e ratificato, ma non ancora applicato, l’accordo internazionale sul clima Cop21, non tardano ad arrivare reazioni dal mondo politico e da chi segue da vicino le questioni e le politiche ambientali del Governo. “Dal dissesto idrogeologico, alla gestione delle infrazioni, a quella dello stesso ministero, il ministro si è dimostrato assolutamente inadeguato” dichiarano i parlamentari del M5S delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato.
Il consumo di suolo e il dissesto idrogeologico
Per quanto riguarda il consumo di suolo, la strada da percorrere è ancora lunga e i dati non sono confortanti: secondo i dati del Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio, il 9,8% del territorio nazionale è costituito da aree ad elevata criticità idrogeologica; si tratta del 82% dei comuni che vedono a rischio scuole, strutture sanitarie, aziende oltre ad edifici residenziali e non. Il costo del dissesto idrogeologico ammonta a 2,5 miliardi di euro l’anno. Il piano ANBI (associazione nazionale che rappresenta e tutela gli interessi dei Consorzi di bonifica, di irrigazione e di miglioramento fondiario) per la riduzione del rischio idrogeologico “Manutenzione Italia 2016 -Azioni per l’Italia sicura” prevede un totale di 3.581 interventi, con un investimento complessivo di 8.022 milioni di euro, che attiveranno inoltre più di 50.000 posti di lavoro. La replica dei parlamentari della Commissione Ambiente M5S sul punto arriva immediata:“La narrazione vuole che il ministro abbia rilanciato l’unità di missione sul dissesto idrogeologico: i tweet governativi parlavano di 9 miliardi sul tavolo. Ebbene, il ministero del Tesoro ha pubblicato a settembre le Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali 2016 e lì c’è scritta una cosa un po’ diversa rispetto alle slide di Renzi &: finora sono stati spesi in tutto 74 milioni, stanziati da Letta (e quindi non soldi di Renzi)». Il ministero del Tesoro, infatti, scrive: «A causa dell’esiguità delle risorse disponibili si è deciso di finanziare 33 interventi per un importo di 654 milioni di risorse statali che hanno così costituito la sezione attuativa, rimandando la sezione programmatica».
Non dimentichiamo, inoltre, il sì alle trivelle, l’invito all’estensione al referendum (dello Sblocca Italia) della pioggia di inceneritori da piazzare senza una programmazione ma imponendolo alle regioni.
La questione bonifiche
Il Ministero di Galletti è stato posto sotto indagine dalla Corte dei Conti per il costante depauperamento delle risorse a vantaggio della Sogesid, Spa in house diventata il vero e proprio ministero dell’Ambiente. Un fiume di soldi che transitano dal ministero alla Sogesid senza che una bonifica sia stata effettuata, e spesso nemmeno progettata.
A questo punto, vista la riconferma, auguriamo al Ministro Galletti di dare seguito ai piani di lavoro previsti e non ancora attuati e smentire, così, il vecchio adagio tratto dal capolavoro di Tomasi di Lampedusa.