Fine estate, giro in centro con un’amica alla ricerca di un regalo. Entriamo, lusingate dai colori vivi della vetrina e iniziamo a curiosare.
Il Dalai Lama si materializza sulle pareti. Mi fermo e ripercorro lentamente con lo sguardo la grafica stilizzata che mi accompagna a riflettere sulle parole.
Le radici sono l’organo specializzato all’assorbimento di acqua e sali fondamentali per la vita delle piante. Il senso delle radici ti è chiaro quando ti vengono estirpate. Si materializza al confine di una dogana alla richiesta di un documento di riconoscimento; lo senti quando ti trasferisci in un altro luogo che sia lontano o vicino perchè hai bisogno di tempo per adattarti, per interpretare il linguaggio locale, per orientarti, per costruirti una nuova rete, per conoscere gli odori e i suoni di quel luogo. Mettere le radici in un posto consiste anche nel saper ritrovare al suo interno quei punti di riferimento che ti ricordano i “tuoi” luoghi, quelli del cuore, quelli che ti riconducono ad una dimensione conosciuta, familiare.
Le radici in musica le canta Guccini, i Sud Sound System; i Nu guinea, che nascono da un progetto di rilancio delle radici napoletane.
Dalle radici si sviluppano gli alberi e possono essere di varie tipologie: ognuno ha una propria storia, forma e profumo a seconda delle condizioni che lo circondano, dell’amore che ha ricevuto, della luce a cui è stato esposto e dalla modalità di contaminazione con specie diverse. In arte l’albero più noto è, forse, l’albero della vita di Gustav Klimt. Opera composta da: l’albero, che costituisce la parte centrale, l’attesae l’abbraccio. Una giovane ragazza attende il suo amato tra i rami dorati dell’albero della vita; alla fine realizza il sogno di congiungersi a lui, con passione. Il Palazzo Soclet, dove riposail dipinto, è un esempio di integrazione delle arti.
L’albero, inoltre, è da un lato simbolo di connessione tra due regni: il cielo e la terra, che congiunge la luce della coscienza con l’oscuro dell’inconscio; dall’altro è simbolo di mediazione tra mondi opposti, inteso come processo di crescita e di evoluzione, come una vita che si rinnova, cresce, muore e rinasce. Al concetto della vita è correlato, per suo opposto, quello della morte. La morte è un altro modo attraverso cui percepire che le radici ti vengono estirpate.
Le radici ci aiutano ad andare oltre e superare la morte di una persona cara, attraverso il ricordo. Il ricordo è quello che resta di un legame, che con il tempo si è radicato nella tua vita e che ti ha fornito linfa vitale per essere quello che sei. I legamitra le persone sono creati dalle contaminazioni di radici di alberi diversi e che intrecciati, per caso o per scelta, si sono nutriti di elementi fondamentali come l’acqua, la luce, l’amore e l’attenzione, parole e azioni.
I rami sono l’evoluzione degli alberi da cui nascono, col tempo, i fiori e i frutti. Non a caso gli alberi che hanno fronde piene diventano simbolo di protezione, amore e ristoro. Sono rassicuranti, come le braccia di un padre che accoglie il figlio al rientro in terra natia, offrendogli un motivo per tornare alle radici. Freschi, come il sorriso di una donna al rientro dell’amato dopo un lungo viaggio, offrendogli un motivo per restare.
Ripercorro con la memoria l’intreccio che mi ha portato a conoscere lui, il destinatario del regalo. Intreccio strano, serendipico e non banale, forse voluto, ma di certo coltivato con cura nel tempo. Esco dal negozio e decido di cercare un modo per arrivare alle radici del legame, offrendo a me un motivo per tornare e a lui un motivo per restare.