Ad alcune ore dal “non voto”, si conferma sempre più la spaccatura del gruppo socialdemocratico sulla questione TTIP e del timore avuto dall’europresidente Martin Schulz per i franchi tiratori.
L’enorme Tam Tam dell’opinione pubblica attraverso petizioni, firme, mail e Tweet inviati direttamente da migliaia di cittadini europei ai parlamentari, ha sicuramente sortito i suoi effetti. Con la loro mobilitazione, più di 2 milioni di cittadini hanno chiesto a gran voce di ripensare i pilastri del negoziato in corso: arbitrato privato per proteggere i diritti degli investitori, cooperazione regolatoria fuori controllo, nessuna tutela per etichettature e standard dei prodotti, sicurezza alimentare, indicazioni geografiche e servizi pubblici.
In questo clima Martin Schultz ha optato per rinviare il voto, scontentando così non solo sinistra, destra, verdi e parte dei liberal e S&D dissidenti, ma anche coloro che puntavano al dibattito di merito sui problemi che il TTIP presenta dal punto di vista pratico e politico.
Molti dei parlamentari dissidenti erano in aula con la maglietta Stop TTIP della Campagna italiana, che nelle ore precedenti, li aveva raggiunti via aereo come incoraggiamento delle associazioni nazionali a sostenere la posizione condivisa da milioni di cittadini.
Il vero delirio però, si è scatenato quando il presidente dell’assemblea, Antonio Tajani, dopo aver annunciato il rinvio del voto, ha anche posto in votazione palese, la mozione d’ordine di maggioranza per rinviare il dibattito. Ha di fatto chiesto all’aula di scegliere pubblicamente se discutere o no dell’accordo. Per due soli voti, è passa la scelta di non discutere e la seduta è stata sospesa.
Nonostante questa vittoria, non c’è troppo da star tranquilli. Il 13 luglio è in programma a Bruxelles l’incontro tra la Commissaria Maelstrom, accanita sostenitrice del libero scambio, e i negoziatori Usa per il nuovo ciclo di negoziati TTIP. È per questo che la petizione popolare continuerà imperterrita per tutta l’estate con dibattiti, incontri e attività di sensibilizzazione e informazione in tutti i 28 Paesi dell’Ue.