L’Istituto Superiore di Sanità denuncia, in un’anticipazione dei dati sanitari del quinto rapporto “Sentieri” (lo Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento) che nelle aree da bonificare sono 12mila i morti in più del previsto a causa dell’inquinamento. I tumori sono in netto aumento e ad esserne maggiormente colpiti sono i bambini e i più giovani.

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Nell’articolo dell’attenta Rosy Battaglia, Ilva e le sue sorelle: nei siti contaminati, la mortalità sale del 5%, risulta evidente, oltre alla gravità dei dati riportati, la necessità di puntare sulla prevenzione e sulla sorveglianza sanitaria ambientale, soprattutto per i cosiddetti Siti di interesse Nazionale e Regionale.
Sono 58 in tutta Italia, di cui 40 sotto la supervisione del Ministero dell’Ambiente e 18 in mano alle rispettive regioni, e sono luoghi spesso definiti “bombe ecologiche” proprio a causa delle loro condizioni ambientali. Aria, suoli e falde talmente inquinate da portare conseguenze tragiche sulla popolazione.

Uno di questi SIN, forse il più noto, è l’ILVA di Taranto, luogo in cui operai, abitanti e attività limitrofe vivono l’eterno conflitto lavoro/salute. Ed è proprio per la complicata situazione ambientale di questa città che Mani Tese, Ong impegnata da sempre nella tutela dei diritti umani e ambientali, l’ha scelta come sede per la Summer School “Comunicare la Giustizia Ambientale”.

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La Summer School  si terrà a Taranto dal 20 al 26 agosto e avrà l’obiettivo di formare 20 giovani attivisti nel campo della comunicazione sociale a comprendere i meccanismi chiave della giustizia ambientale e a trovare forme innovative ed efficaci per raccontarle al grande pubblico.
«La relazione tra giustizia e ambiente è difficile da inquadrare – dichiara Giacomo Petitti, Responsabile Educazione e Formazione di Mani Tese – non si tratta infatti solo di garantire il diritto alla salute o la sovranità sulle risorse naturali delle comunità più sfruttate, si tratta piuttosto di una questione sociale e ambientale allo stesso tempo. In questo contesto diventa decisivo, per gli attivisti che si occupano di questi temi, saper comunicare in modo efficace la complessità di un fenomeno in aumento anche in Italia».

La scuola è organizzata da Mani Tese in collaborazione con Peacelink, Centro Giustizia, Pace e Integrità del Creato e Genitori Tarantini ed è finanziata dall’Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo. È rivolta a giovani attivisti/comunicatori di età compresa tra i 18 e i 35 anni: giornalisti, grafici, illustratori, storytellers, fotoreporter e videomaker che intendono incrementare le proprie competenze nel documentare e raccontare casi di ingiustizia ambientale.

 

CANDIDATURE
Al fine di assicurare una buona interazione tra i partecipanti la scuola è a numero chiuso e prevede un numero massimo di 20 attivisti.
La partecipazione ai momenti formativi è gratuita. È richiesto un contributo di partecipazione alle spese pari a 100€ che non comprende i viaggi per raggiungere Taranto e i pranzi.

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