Sempre più ampia l’entità della morìa di pesci che lo scorso 29 agosto si è verificata sulle spiagge bianche di Rosignano, in provincia di Livorno. Centinaia di esemplari di media grandezza sono stati trovati soprattutto alla foce del Fosso Bianco di Rosignano canale di scarico dello stabilimento Solvay.
Tracce di ammoniaca nelle Spiagge bianche di Rosignano
L’ArpaT è intervenuta sul posto con un sopralluogo e ha avviato gli accertamenti per stabilirne le cause. I tecnici dell’agenzia subito arrivati sul posto, si sono raccordati anche con il personale del Comune di Rosignano – che nel frattempo aveva raccolto alcuni pesci spiaggiati portandoli al servizio veterinario Asl di Cecina per gli opportuni accertamenti – e con il personale della Capitaneria di Porto di Vada.
Dai primi risultati di Arpat la situazione è apparsa piuttosto chiara: tracce di ammoniaca nelle acque.
«Il collegamento tra lo sversamento di ammoniaca e la morìa di pesci è una supposizione basata sulla logica del buon senso, ed è condivisibile l’allarme di associazioni e cittadini ma per prendere provvedimenti come istituzione abbiamo bisogno di dati ineccepibili da parte dell’organo di controllo» afferma il sindaco di Rosignano Alessandro Franchi.
Si spinge un po’ oltre Daniele Donati, Assessore all’Ambiente del Comune di Rosignano: «Aspettiamo i risultati definitivi anche sui pesci prelevati, ma è certo che, anche alla luce di quest’ultimo episodio, dovremmo cominciare a ragionare con gli enti del percorso di Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) per allargare il limite del divieto di balneazione».
Le spiagge bianche della Toscana non sono i tropici
Le Spiagge Bianche sono un tratto di costa di circa quattro chilometri, nel comune di Rosignano Marittimo, in Toscana. Nella stagione estiva attirano numerosi turisti italiani e stranieri grazie al colore bianco della sabbia e l’acqua cristallina. Ma dietro al paesaggio quasi tropicale si nasconde un grande rischio di inquinamento ambientale.
Secondo il rapporto del programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, il tratto è tra le coste più inquinate del Mediterraneo. L’insolito colore della sabbia infatti è conseguenza degli scarichi di carbonato di calcio dell’impianto del gruppo Solvay, situato a Rosignano Solvay, a circa un chilometro dalla costa, costruito nel 1912.
La loro formazione è dovuta dalla deposizione degli scarichi idrici dell’industria (nel 2015 erano circa centomila tonnellate annue) diretti verso il mare e composti da residui di calcare (circa il 90% del totale), metalli pesanti bioaccumulabili (tra tutti mercurio, arsenico, cadmio, cromo e piombo), ammoniaca e solventi organici.
Nonostante ciò, gli enti locali pubblicizzano il litorale tra le perle della costa maremmana, su Tripadvisor le recensioni sono centinaia e i turisti arrivano da tutta Italia e non solo.