Sempre più aziende in Italia puntano sulla sostenibilità e investono nel risparmio energetico, nella raccolta differenziata dei rifiuti e in tecnologie per prevenire l’inquinamento ambientale. I risultati ottenuti sono fondamentali nella lotta al cambiamento climatico e migliorano anche il clima aziendale.
di Andrea Merusi*
Con l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, le imprese di tutto il mondo, di qualsiasi dimensione e settore, sono state formalmente chiamate a svolgere un ruolo importante ai fini dell’effettivo raggiungimento dei 17 obiettivi di sostenibilità, contribuendo alla creazione di nuovi modelli di business responsabile[1].
Le definizioni di business responsabile sono molteplici ma quasi tutte fanno riferimento alla responsabilità delle imprese per gli impatti che hanno sulla società[2]. Si tratta quindi di una imprenditoria socialmente responsabile, che basa la propria azione su diversi princìpi: sostenibilità, volontarietà, trasparenza, integrazione e qualità.
In Italia la Responsabilità Sociale d’Impresa, o Corporate Social Responsibility (CSR), non è una novità: il primo rapporto sull’impegno sociale e ambientale delle aziende del nostro Paese – realizzato dall’Osservatorio Socialis – è stato pubblicato nel 2001, ben prima della nascita dell’Agenda 2030 che risale al 2015. Poche settimane fa lo stesso Osservatorio ha pubblicato la decima edizione del report e questo ha permesso di analizzare l’andamento ventennale in tema di sostenibilità del mondo produttivo italiano.
Tra i risultati più interessanti c’è il fatto che il 96% delle aziende italiane intervistate[3], aziende con almeno 80 dipendenti, dichiara di credere fermamente nella CSR. Queste erano il 92% nel 2019 e solo il 44% nel 2001. Il dato conferma la sempre maggiore attenzione delle industrie alle tematiche di sostenibilità, di fatto gli obbiettivi dell’Agenda 2030 e i principi legati dello sviluppo sostenibile sono diventati sempre più presenti nei piani industriali delle medie e grandi imprese italiane.
Credere nella Responsabilità Sociale d’Impresa vuole dire fare investimenti e destinare risorse economiche per l’avvio di azioni e progetti. Così, leggendo l’ultimo report Socialis si scopre che la media di spesa per le imprese italiane impegnate nel campo della sostenibilità è di 282 mila euro. Un aumento del 17% rispetto alla rilevazione del 2019 quando la cifra media per azienda era di 241 mila euro. Sembrerebbe quindi che la pandemia da Covid-19 che ha colpito l’Italia dal febbraio 2020 non abbia arrestato gli investimenti nel settore, nonostante la crisi economica generata.
Più interessante della cifra è scoprire le aree in cui le aziende investono di più. La prima voce è quella relativa al risparmio energetico, seguita dagli investimenti in nuove tecnologie per limitare l’inquinamento ambientale e migliorare lo smaltimento dei rifiuti. Al terzo posto si posizionano gli investimenti per avviare o potenziale la raccolta differenziata dei rifiuti. Tutte le suddette aree rappresentano settori determinanti per il nostro Paese per far fronte alle tante, troppe, emergenze che ci troviamo ad affrontare: climatica, energetica e d’inquinamento dell’aria.
La strada della sostenibilità è una strada che una volta imboccata non viene più abbandonata perché i risultati che si ottengono sono molto maggiori degli ostacoli iniziali. Il 44% delle aziende intervistate nell’ultimo rapporto Socialis dichiara di aver migliorato la propria reputazione e la propria notorietà. Risultato prevedibile e giusto, se i risultati sociali e ambientali ottenuti sono reali e significativi. Di fatto è un bene che ci siano aziende conosciute anche per il loro impegno in ambito CSR, perché possono essere prese come modello. Ma più sorprendente è il fatto che il 41% delle aziende intervistate dichiara un miglioramento della motivazione del personale e un miglioramento del clima aziendale. A dimostrazione del fatto che si lavora meglio e in maniera più efficiente in un’azienda attenta alla sostenibilità. Se poi a questo 41% si aggiunge un 20% di aziende che dichiarano che avviare azioni in ambito CSR attrae talenti e professionisti, ecco che i risultati più rilevanti si ottengono nelle aree riguardanti l’organizzazione aziendale e la gestione del personale. Risultato per nulla scontato e che può tornare utile anche ai giovani aspiranti lavoratori che faticano ad entrare stabilmente nel mondo del lavoro; altra grande crisi che attanaglia il nostro Paese da tanti anni.
*Responsabile Ambiente e Sostenibilità Osservatorio HSE
[1] Business & SDGs Global Compact Network Italia: https://www.globalcompactnetwork.org/it/il-global-compact-ita/sdgs/business-sdgs.html
[2] Definizione di Responsabilità Sociale d’Impresa presente nella Comunicazione UE n.681 del 2011
[3] L’indagine del XX Rapporto Socialis è stata condotta su 405 aziende italiane aventi almeno 80 dipendenti. Il Rapporto è consultabile all’indirizzo web: www.osservatoriosocialis.it