Produttori UE di pannelli fotovoltaici chiedono aiuto: prezzi troppo bassi, è rischio fallimento

Solar Power Europe scrive a Bruxelles. Dicono che siamo di fronte a una tempesta perfetta: prezzi dei moduli scesi di oltre il 25% a meno di 0,15 €/W. E chiedono alla Commissione misure immediate.

Con il drastico calo dei prezzi dei pannelli fotovoltaici realizzatosi negli ultimi mesi l’obiettivo di creare una filiera europea è a forte rischio. L’allarme arriva da Solar Power Europe, l’associazione dei produttori europei di pannelli fotovoltaici ha inviato una lettera alla Commissione Ue parlando di una “tempesta perfetta” che rischia di portare molte aziende alla chiusura.

Prezzi calati del 25%

Da qui la richiesta di un intervento immediato, per il quale vengono proposte sette misure. Solar Power sottolinea che dall’inizio dell’anno i prezzi dei moduli fotovoltaici sono scesi di oltre il 25% a meno di 0,15 €/W, raggiungendo i livelli pre-Covid e “rendendo la vita estremamente difficile per la produzione europea”. Ciò “sta creando rischi concreti per le aziende di andare in insolvenza”, con “scorte significative che dovranno essere svalutate”. Situazione che ha già coinvolto Norwegian Crystals, costretta a depositare istanza di fallimento il 21 agosto 2023, rimarca la lettera.

I fattori di una crisi

La combinazione di forti segnali di domanda globale e di un’agguerrita concorrenza tra i fornitori cinesi, spiega Solar Power, ha portato a tassi significativi di nuovi investimenti nelle catene di fornitura del solare fotovoltaico. L’eccesso di offerta che ne è derivato ha portato a un rapido calo dei prezzi delle materie prime, come il silicio, lungo la catena di fornitura fino ai moduli, agli inverter e alle batterie. L’attuale situazione è aggravata da un leggero e temporaneo rallentamento del mercato solare europeo nel terzo trimestre, legato all’inflazione e all’inasprimento dei vincoli di connessione alla rete e di autorizzazione dei progetti. “Sebbene i cali dei prezzi siano in genere una notizia positiva – afferma Walburga Hemetsberger, ceo di SolarPower Europe – se non controllati hanno serie ripercussioni sulla nostra autonomia strategica. Nel breve termine, questo sta già ponendo sfide reali alla competitività nazionale e alla rinascita della produzione solare dell’Unione europea. Chiediamo con urgenza ai leader dell’Ue di salvare le linee di approvvigionamento tecnologico strategico dell’Europa”.

Le sette azioni richieste

SolarPower Europe propone in particolare sette azioni: l’acquisizione d’emergenza delle scorte di moduli dei produttori fotovoltaici europei; la creazione di una banca per la produzione di energia solare a livello europeo sul modello di quella dell’idrogeno; un intervento per risolvere le inadeguatezze del Temporary Transition and Crisis Framework per gli aiuti di Stato, in particolare il punto 86; accelerare l’adozione della legge sull’industria Net Zero, includendo forti criteri di sostenibilità e resilienza in aste specifiche; promuovere l’impatto previsto del regolamento Ue sul lavoro forzato sostenendo la Solar Stewardship Initiative (SSI); consentire la collaborazione tra i programmi di sostegno degli Stati membri; bilanciare l’eccesso di offerta con un ulteriore aumento della domanda di solare fotovoltaico in Europa, ad esempio attraverso la Direttiva europea sul rendimento degli edifici. “Questa è una rara seconda opportunità – conclude Hemetsberger – La base produttiva originaria dell’Europa per il solare è andata persa un decennio fa. Se non reagiamo rapidamente e in modo appropriato a questa crisi dei prezzi, ci aspetta un’altra ondata di fallimenti e una falsa partenza per il programma di autonomia strategica aperta della Ue”.