Dopo aver raccontato l’energia dei frutti dell’autunno, è tempo di dedicare un pensiero anche alla forza di uno dei colori predominanti di questa stagione: il giallo. Insieme alle tonalità calde e vivaci del rosso e dell’arancio, il giallo illuminerà il nostro cammino verso i mesi più bui dell’anno.

Blossom Hypericum Perforatum St John's Wort Bloom
Hypericum Perforatum – iperico

L’aumento delle ore di buio e l’arrivo dei mesi più austeri sono legati alla malinconia che, diciamolo, non riceve la stessa accoglienza della gioia!
Possiamo però ricorrere all’energia vitale del giallo per sostenere la nostra Luce interiore e non perderci nel buio. Molte erbe officinali a fiore giallo sono veri e propri soli che rischiarano i nostri paesaggi interiori più cupi. La più ‘radiosa’ della tradizione erboristica è l’iperico, conosciuto anche come Scacciadiavoli, uno dei i più potenti antidepressivi naturali. Suggerisco anche l’uso dell’oleolito, preparato in estate con fiori e foglie macerati in olio di oliva o di girasole, non solo per lenire problemi alla  pelle o nevralgie, ma per massaggi quotidiani che ci trasmettano la sua ‘memoria estiva’.
Serenità e buonumore si avranno anche con integratori a base di Zafferano e Rhodiola Rosea, la quale accresce i livelli di serotonina e rafforza il sistema immunitario, modulando la risposta del corpo al cambio di stagione.

Tra i fiori di Bach, la senape selvatica –  Mustard – dimostra vitalità, tenacia e vigore. È invadente come la luce, perché quando i suoi semi si risvegliano, costella i campi di un’ondata vivace e gioiosa di minuscoli soli gialli!

E infine il castagno, Sweet Chestnut, col suo robusto sostegno nei momenti più bui dell’anima. Vi siete mai fatti avvolgere dalle braccia, ops, rami di un castagno? Alcuni esemplari ultracentenari hanno anche tronchi cavi tanto da poterci entrare. Cercatene uno, andando a raccogliere i suoi frutti, ringraziatelo e… fatevi circondare dalla sua energia materna!

cuore di castagne

Dolcetto o scherzetto?
Tre giorni all’anno, il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre,  l’antica religione romana celebrava uno tra i rituali più dimenticati e ‘oscuri’ aprendo il mundus (il Mundus Patet), un sacello ipogeo che pare rappresentasse simbolicamente il Cielo in Terra. Era un luogo di comunicazione col mondo sotterraneo, abitato dalle anime dei defunti, gli dèi Mani. In quei giorni ogni importante attività pubblica o privata veniva sospesa, perché sospeso e con-fuso era il confine tra mondi che di solito restano separati.

Non vi vengano in mente zombie o fantasmi che emergono da sottoterra in cerca di umani da spaventare!  Stiamo parlando di un’altra forma di comunicazione sensibile caratteristica di questo mese, perché i Mani avrebbero potuto sussurrare conoscenze a orecchie iniziate e a cuori benevoli.

L’accenno al Mundus Patet ci lega al capodanno celtico, Samanios, una ricorrenza importante di cui parlerò a novembre e banalizzato spesso nell’Halloween, tornato attuale anche qui. È sempre più probabile infatti che un bambino il 31 bussi alla porta chiedendo “dolcetto o scherzetto?” Se accadrà, usciamo dal luogo comune della ‘festa importata’, cercando piuttosto di ricollegarci alle sue, e nostre, radici. E poi, ridiamo un senso al gesto trascurato dell’offerta: un dolcetto affinché lo spiritello venuto in visita sia gentile con noi!