Come la mobilità elettrica sta cambiando le nostre città. L’esempio di Bergamo e lo sviluppo della mobilità.

di Andrea Bertaglio

Quando si parla di mobilità elettrica e misure per renderla un fenomeno di massa si pensa sempre a Norvegia, Olanda, California, senza considerare che anche in Italia si sta facendo molto in questo senso, e sotto ogni aspetto.

Certo, ci sono città più o meno a vanti nella transizione verso l’emobility, con le grandi città che, almeno in numeri assoluti, tendono a primeggiare. Eppure, le esperienze più interessanti si trovano spesso in contesti diversi e in città medie o piccole.

Un caso emblematico è quello di Bergamo, particolarmente avanti nel contesto italiano. Da un lato perché ha fatto e sta facendo investimenti sulla mobilità elettrica sia pubblica, con l’acquisto di dodici autobus elettrici a cui a breve se ne aggiungeranno altri due, che collettiva, dato che il Comune sta promuovendo il car sharing elettrico (temporaneamente sospeso causa Covid-19) e la micro-mobilità elettrica, come ad esempio quella dei monopattini. Non solo, anche per quanto riguarda il contesto privato e quello commerciale, la città lombarda è avvantaggiata dalla capacità economica della sua popolazione che permette, ad esempio, un maggiore ricambio dei veicoli rispetto al resto d’Italia, dove un reddito mediamente più basso non consente determinate scelte.

E così, guardando ai numeri, Bergamo è saldamente tra le prime dieci province italiane con il più alto immatricolato elettrico, soprattutto se il numero di veicoli elettrici si rapporta al numero di abitanti. Ma ovviamente, ci sono anche delle agevolazioni che invogliano alla guida o all’acquisto di un veicolo a zero emissioni.

Leggi l’intervista integrale su JOINON a Stefano Zenoni, Assessore all’ambiente e alla Mobilità.