Nonostante sia opinione diffusa che senza gli allevamenti nel mondo si avrebbe più cibo a disposizione, l’alimentazione animale è perfettamente integrata nel nostro ecosistema e non sottrae cibo all’uomo.

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Molto spesso si sente dire che le colture destinate all’alimentazione degli animali sottraggono alimenti che potrebbero essere utilizzati dall’uomo. Uno studio della FAO, pubblicato su Global Food Security, ha evidenziato come su scala globale l’alimentazione degli animali da allevamento sia basata principalmente su foraggi, residui colturali e sottoprodotti non commestibili per l’uomo: infatti l’86% degli alimenti annualmente utilizzati per gli animali da allevamento non è adatto al consumo umano.

Se non fossero consumati dal bestiame, i residui colturali e i sottoprodotti potrebbero diventare un onere ambientale, con produzione di metano e biomassa combustibile di interfaccia per grandi incendi. I cereali e le leguminose da granella rappresentano solo il restante 14% del consumo globale di sostanza secca da parte degli animali da allevamento e il loro impiego è assolutamente indispensabile per garantire la valorizzazione del restante 87% di biomasse non edibili, con una conversione globale di granelle in proteine nobili inferiore all’unità; detto in altri termini, la capacità degli animali zootecnici di utilizzare convenientemente erbe, arbusti, residui colturali e della trasformazione degli alimenti per l’uomo, porta all’impiego di meno di 1 kg di cereali per ottenere 1 kg di proteine di alto valore biologico.

È allora un ossimoro affermare che l’alimentazione degli animali sottragga cibo all’uomo: i prodotti che ne derivano, latte, carne e uova, sono al massimo valore biologico e trofico in quanto contribuiscono in modo determinante alla nutrizione umana globale e rappresentano un’ottima fonte di macro e micronutrienti. I prodotti di origine animale con il solo apporto del 18% delle calorie globali, coprono il 34% del fabbisogno globale di proteine, apportando gli aminoacidi essenziali per il mantenimento di uno stato nutrizionale adeguato soprattutto nei giovani e negli anziani, e forniscono micronutrienti essenziali ed insostituibili, come la vitamina B12, il ferro e il calcio.
I ruminanti (bovini e ovi-caprini), in particolare, utilizzano vaste aree di pascoli dove non si può produrre nient’altro. Gli animali contribuiscono anche alla produzione agricola, per esempio attraverso il letame e il lavoro (aratura e trasporti) e forniscono una fonte sicura di reddito per oltre 500 milioni di persone in povertà in molte zone rurali del pianeta.