Idrocarburi: in bilico tra risorsa e criticità

Gli idrocarburi, composti organici formati da atomi di carbonio e idrogeno, sono estremamente diffusi e impiegati nel nostro mondo. Utilizzati principalmente come combustibili fossili, quali petrolio, gas naturale e carbone, essi hanno alimentato la rivoluzione industriale, sostenuto la crescita economica e migliorato la qualità della vita in molte parti del mondo. Tuttavia, l’uso intensivo di idrocarburi ha sollevato preoccupazioni significative riguardo agli impatti ambientali e alla salute pubblica: le emissioni di gas serra, l’inquinamento atmosferico, gli sversamenti di petrolio e la contaminazione del suolo e delle acque sono solo alcune delle minacce associate a questi composti.
Naturale conseguenza, dunque, che gli idrocarburi abbiano assunto un duplice ruolo, prima risorsa essenziale e ora elementi da gestire con maggiore attenzione per evitare che si verifichino rischi ambientali e sanitari.

Prima motori trainanti dello sviluppo industriale…

Gli idrocarburi sono alla base dei combustibili fossili, come petrolio, gas naturale e carbone. Questi combustibili hanno alimentato lo sviluppo industriale e tecnologico degli ultimi due secoli, offrendo energia a basso costo e alta densità energetica.
Il petrolio, ad esempio, è utilizzato per la produzione di carburanti per trasporti come benzina e diesel, mentre il gas naturale è essenziale per la generazione di elettricità e riscaldamento domestico. La combustione degli idrocarburi è ancora la principale fonte di energia mondiale. Gli idrocarburi sono poi fondamentali per l’industria chimica, che li utilizza come materie prime per la produzione di plastiche, solventi, fertilizzanti, pesticidi e numerosi altri prodotti chimici.

…poi sostanze da monitorare e limitare

Nonostante i loro benefici, gli idrocarburi presentano anche notevoli rischi e minacce per l’ambiente e la salute umana. La loro estrazione, trasporto e utilizzo comportano una serie di impatti negativi che non possono essere ignorati. La combustione degli idrocarburi rilascia nell’atmosfera grandi quantità di gas serra, come anidride carbonica (CO2) e metano (CH4), principali responsabili del cambiamento climatico. Produce anche inquinanti come ossidi di azoto (NOx), ossidi di zolfo (SOx) e particolato, che contribuiscono a smog, piogge acide e problemi respiratori.
Inoltre, gli incidenti durante l’estrazione e il trasporto del petrolio, come gli sversamenti in mare, possono causare disastri ambientali devastanti: contaminano l’acqua, danneggiano gli ecosistemi marini e costieri, e hanno effetti a lungo termine sulla biodiversità e le comunità locali. La gestione inadeguata dei rifiuti industriali e gli sversamenti di idrocarburi possono contaminare anche il suolo e le falde acquifere, interferendo con la crescita delle piante e danneggiando la fauna, mentre l’infiltrazione nelle acque sotterranee può rendere l’acqua potabile non sicura.

Idrocarburi nel suolo, come rimediare?

Anche in Italia la presenza di idrocarburi nel suolo è piuttosto capillare, soprattutto in zone dove un tempo si trovavano attività industriali e discariche, ora in disuso. Pertanto, per le ragioni di cui sopra, la decontaminazione del suolo da idrocarburi è un’azione che a livello nazionale si sta cercando di portare avanti per il bene dell’uomo e del Pianeta. Industria, sversamenti accidentali, discariche abusive e attività agricole le principali fonti di contaminazione, attività che rilasciano idrocarburi nel suolo, compromettendo la qualità dell’ambiente e mettendo a rischio la salute umana e la biodiversità. Una delle tecniche più sfruttate per liberare il terreno dagli idrocarburi è la bonifica, di cui esistono diverse tipologie tra cui il biorisanamento ecocompatibile, che si serve di microrganismi come batteri e funghi per degradare gli idrocarburi presenti nel suolo. C’è poi la tecnica del soil washing che consiste nel lavaggio del suolo usando soluzioni chimiche come solventi o tensioattivi per estrarli, oppure ancora la solidificazione, con cui si aggiungono materiali leganti come cemento o calce al suolo contaminato per immobilizzare gli idrocarburi, riducendo la loro mobilità. Pensare di bonificare però non basta: serve un quadro normativo chiaro e rigoroso a regolare questa pratica.
In Italia la gestione dei siti contaminati è regolata dal Decreto Legislativo 152/2006, noto come “Codice dell’Ambiente” che stabilisce le procedure per l’individuazione, la caratterizzazione e la bonifica dei siti contaminati. Anche il monitoraggio continuo dei siti industriali e delle aree a rischio è essenziale per prevenire la contaminazione. Inoltre le aziende sono obbligate a segnalare qualsiasi incidente o sversamento e le autorità locali devono condurre ispezioni regolari.

I prossimi passi per la tutela dell’ambiente

Per evitare che in futuro si verifichino ulteriori episodi di contaminazione del suolo come un tempo, è fondamentale adottare strategie preventive e implementare politiche efficaci tra cui migliorare la gestione e lo stoccaggio degli idrocarburi adottando standard rigorosi per serbatoi e contenitori in modo che non si verifichino perdite e sversamenti. Promuovere pratiche industriali sostenibili quali programmi di riciclaggio e recupero degli idrocarburi possono ridurre la quantità di rifiuti che finiscono nel suolo, così come il controllo delle emissioni attraverso sistemi di captazione e filtri previene la contaminazione del terreno e dell’aria. Aiuterebbero anche norme più stringenti da parte dei governi in materia, affiancate da formazione del personale per gestire gli idrocarburi in maniera sicura e campagne di sensibilizzazione pubblica. Progredire dal punto di vista tecnologico è infine essenziale, per sviluppare nuovi sistemi di bonifica e puntare su energie rinnovabili più pulite, investendo sulle infrastrutture per dare vita a una transizione energetica sostenibile. La prevenzione della contaminazione del suolo da idrocarburi richiede un approccio integrato che combini regolamentazioni rigorose, tecnologie avanzate, pratiche industriali sostenibili e una forte partecipazione della comunità. Solo attraverso uno sforzo concertato il  suolo italiano rimarrà sano e sicuro per le generazioni future.

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