Ne avevamo già parlato nel numero di BioEcoGeo di qualche mese fa: la scelta del “Comitatone”, cioè l’organismo costituito per la salvaguardia di Venezia e della Laguna sul tema delle Grandi Navi, è la soluzione. Lo scorso 8 agosto il Comitatone aveva ribadito e formalizzato che le navi sopra le 96.000 tonnellate non potevano più transitare nel Canale della Giudecca e quindi neanche nella Laguna.
Due giorni fa invece, la decisione è stata messa di nuovo in dubbio con l’annullamento del Tar dell’ordinanza della Capitaneria di Porto sulle limitazioni e i divieti del traffico crocieristico nel bacino di San Marco. Questa sentenza ha così riproposto, con forza, l’urgenza di una soluzione al problema del passaggio delle grandi navi nel centro storico della città lagunare.
Stamattina leggiamo su Il Sole24 Ore che più di due anni di impasse per il porto di Venezia hanno “minato un sistema economico che si aggira intorno ai 283,6 milioni di euro (su un giro d’affari italiano di 436,5). La limitazione dal 2014 delle navi oltre le 40mila tonnellate di stazza e l’interdizione di quelle oltre le 96mila dal 2015, circa il 60% del traffico attuale, porterà ad un calo del movimento passeggeri nel 2015 del 10% sul 2014 – dai 2 milioni di passeggeri nel 2012 si è passati nel 2014 a 1,74 -, mentre per il 2016 è previsto un altro -10%. I programmi delle compagnie per il 2016 già privilegiano il Pireo, la Turchia o altre destinazioni: Costa Crociere, ad esempio, ha già spostato per il 2016 da Bari alla Grecia numerose navi «a causa dell’incertezza dell’Adriatico», dopo averne trasferite 33 da Venezia a Trieste per il 2015”.
Ma noi ci domandiamo: quanto potrebbe costare un degrado ambientale della laguna, una perdita di biodiversità (molto alta in quelle zone) o un danno al patrimonio artistico incommensurabile di Venezia? Le navi possono avere problemi, incidenti o incorrere in rischi imprevisti. Lo sappiamo. L’abbiamo visto.
Per contro, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti, in un’intervista rilasciata a Repubblica, riprende il progetto del Canale Contorta Sant’Angelo, affermando di volersi impegnare affinché la VIA (Valutazione d’impatto ambientale) su quel progetto si concluda entro marzo. Una scelta discutibile perché, essere l’unico disegno in avanzata fase di progettazione, non significa essere di per sé il progetto migliore. In questo momento, non possiamo che augurarci che la procedura di VIA dell’unica proposta oggi in campo sia attenta, più che a rassicurare il settore crocieristico, a fornire una valida risposta alla preoccupante raccomandazione dell’UNESCO, che chiede immediate soluzioni al nodo delle Grandi Navi, perché Venezia e la laguna sono entrambe Patrimonio dell’Umanità.