In discussione nel Parlamento europeo le proposte della Commissione europea per una transizione verso una economia circolare

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Ogni cittadino europeo consuma circa quattordici tonnellate di materie prime e genera cinque tonnellate di rifiuti l’anno. In un mondo in cui le risorse stanno esaurendo, queste cifre appaiono allarmanti. Ma una soluzione c’è. I materiali possono essere riutilizzati, riparati o riciclati, riducendo così la quantità di rifiuti prodotti. A questo proposito mercoledì il Parlamento discuterà la nuova proposta della Commissione europea per la creazione di un’economia circolare.

In un’economia circolare, il ciclo di vita dei prodotti è esteso grazie a:

  • Un eco-design che permette di riparare e riutilizzare i prodotti più facilmente;
  • Una maggiore durabilità;
  • Una migliore gestione dei rifiuti;
  • Un nuovo modello di business basato sul leasing e la condivisione (per esempio, una compagnia olandese affitta dei jeans per pochi Euro al mese e quando ci si è annoiati li si può restituire).
  • Riparare, invece di cambiare, gli elementi della casa che non funzionano più.

Nonostante ciò, nel nostro sondaggio su Twitter, due terzi dei partecipanti hanno affermato che preferiscono cambiare invece che aggiustare una parte rotta della propria abitazione.
In una risoluzione votata il 9 luglio, il Parlamento chiede alla Commissione degli obiettivi vincolanti per aumentare l’efficienza delle risorse del 30% entro il 2030 (rispetto alla situazione del 2014).
Secondo le stime della Commissione questa misura potrebbe creare due milioni di posti di lavoro e far aumentare il PIL dell’1%.

Un cambiamento sistemico
«Per invertire la tendenza, abbiamo bisogno di un cambiamento di paradigma e un approccio sistemico che richiede delle trasformazioni in ambito normativo, economico, sociale e educativo – Insomma, una cambiamento della società nel suo complesso», ha dichiarato la relatrice del Partito popolare europeo Sirpa Pietikäinen.