Nato a Milano il primo distributore di biometano prodotto da reflui fognari e a km0. E’ in grado di alimentare 416 veicoli a metano per 20 mila km all’anno: 8.320.000 km percorribili complessivi, l’equivalente di oltre 200 volte la circonferenza della Terra.
Sembra fantascienza e in quanto tale ci lascia a bocca aperta, ma ciò che è accaduto a Milano è realtà e anzi, è un chiaro esempio di cosa significhi realmente economia circolare. Materie che non diventano rifiuto dopo il loro utilizzo, ma che viaggiano verso nuove vite e nuovi utilizzi che ne scongiurano il costo economico e ambientale di smaltimento e evitano l’utilizzo di nuovi materiali inquinanti.
Stiamo parlando del primo distributore italiano di biometano a km0, nato grazie all’intuizione del Gruppo CAP di estrarre nutrienti come fosforo e azoto dalle acque reflue dei depuratori e utilizzarli per alimentare le auto a metano.
In base agli studi dei tecnici CAP, si stima infatti che il depuratore di Bresso potrebbe arrivare a sviluppare una produzione annua di biometano di 341.640 kg, sufficienti ad alimentare 416 veicoli per 20 mila km all’anno: 8.320.000 km percorribili complessivi, equivalenti a oltre 200 volte la circonferenza della Terra. Significativi anche i risparmi grazie al costo di produzione di 0,58 €/kg, sensibilmente inferiore ai circa 0,9 €/kg a cui il metano è oggi acquistabile sul mercato. Grazie a questo immenso potenziale energetico, disponibile ma attualmente non sfruttato, il depuratore di Niguarda-Bresso potrebbe comodamente alimentare da solo l’intero parco auto aziendale CAP, permettendo di conseguire al contempo un importante contenimento dei costi oggi sostenuti per l’acquisto di carburante.
L’azienda gestisce acquedotto, fognatura e depurazione nella Città Metropolitana di Milano e ha a disposizione circa 60 depuratori. I principali verranno convertiti in bioraffinerie in grado di produrre ricchezza dalle acque di scarto. Non solo biometano, ma anche produzioni sperimentali di energia elettrica o di fertilizzanti, come già accade al depuratore di Cassano D’Adda. «Puntare sulla sostenibilità per una grande azienda pubblica come CAP significa prima di tutto innovare, sperimentare e progettare il futuro delle nostre città» racconta Alessandro Russo, Presidente di Gruppo CAP. «Un futuro in cui l’acqua e l’energia saranno sempre più preziose. Trasformare i depuratori in bioraffinerie in cui dall’acqua sporca nascono nuovi prodotti, riaprire i canali e le rogge costruiti nel medioevo per ridurre l’impatto delle bombe d’acqua, mettere in campo le tecnologie più avveniristiche per il controllo dell’acqua potabile e della falda, sono tutte tessere del mosaico di sostenibilità che CAP sta componendo con la grande collaborazione delle istituzioni e degli stakeholder». Tra i collaboratori, troviamo anche FCA che ha messo a disposizione una delle proprie auto a metano per la dimostrazione dell’effettivo funzionamento dell’erogatore. Il futuro è già qui, e l’economia circolare anche.