La terra trema ancora al centro-Italia: la prima scossa alle 10,24, poi  alle 11,14 e ancora alle 11,25, con magnitudo fino a 5,5 avvertite chiaramente anche a Roma a Firenze e a Napoli.
SWITZERLAND OUT - A view of the quake-hit town of Amatrice, central Italy covered by a white blanket of snow on January 6, 2016. Amatrice, which was reduced to rubble by the powerful earthquake of August 24, 2016 was turned white after a polar front of bad weather brought freezing temperatures to much of Italy. The snow and cold conditions have hampered ongoing efforts to secure the few buildings that remain standing and clear the rubble from those that collapsed. The earthquake killed 297 people and injured dozens of others. This is the coldest weather for 20 years. Photo by Eric Vandeville/ABACAPRESS.COM LaPresse Only italyAmatrice sotto la neve577363
Una,  lunghissima avvertita proprio qualche minuto fa, molto chiaramente nella capitale dove sono state evacuate alcune scuole e  uffici, tra cui quelli del Campidoglio, Csm, Anagrafe, Aifa e Ministero dell’Ambiente, i passeggeri di alcune stazioni della metropolitana considerate maggiormente a rischio si sono riversati nelle strade, poco prima dell’una è stata riattivata la linea A.La sindaca Raggi tranquillizza i suoi cittadini confermando che non c’è stato alcun danno e le interruzioni del trasporto metropolitano sono avvenute solo per alcune verifiche tecniche.
Dramma al centro-Italia. La situazione più drammatica è ovviamente nelle regioni del centro-Italia.  L’epicentro è tra L’Aquila e Rieti, a 30 chilometri da Ascoli, ancora una volta vicino Amatrice, dove è crollato definitivamente il campanile di Sant’Agostino.  Tre scosse in un’ora e la situazione è insostenibile, aggravata dalle strade non percorribili per il maltempo e la neve.  Chiusi i caselli autostradali dell’A24 e A25, interrotta la circolazione dei treni in Abruzzo.  “Emergenza mostruosa. Stiamo cercando di sfondare il muro di neve“: queste le dichiarazioni immediate del sindaco di Ascoli che sta cercando di gestire la doppia emergenza, quella per la neve e il gelo e quella delle scosse che stanno isolando interi comuni per le strade impraticabili. I sindaci di Accumuli e Acquasanta confermano: “Siamo nel dramma. L’assessora Maria Rita Rascelli di Campotosto, uno dei tre comuni coinvolti nelle scosse con Capitignano e Amatrice, dichiara:”La situazione è drammatica. C’è un metro e mezzo di neve e la gente non riesce a mettersi in sicurezza. Non riusciamo a valutare le conseguenze perché la turbina si trova a 8 chilometri dal Comune e non c’è nessuno che la possa andare a prendere.

Altra scossa alle 14:30. Un’altra scossa fortissima poco dopo le 14.3o è stata avvertita nelle Marche, dove le linee telefoniche e connessioni internet sono in tilt togliendo la possibilità alle zone isolate dal punto di vista stradale di comunicare le proprie condizioni a familiari  e a postazioni d’intervento. La protezione civile delle Marche ha diramato un allarme valanghe su tutto il territorio regionale. La misura è stata decisa a causa della neve e, chiaramente, alla luce delle nuove scosse di terremoto. I cittadini, dunque, restano intrappolati nelle proprie case senza la possibilità di mettersi al riparo o di scendere in strada dove le temperature rigide potrebbero essere altrettanto pericolose, soprattutto per anziani e bambini.
Gli esperti. Malgrado sia ancora presto per sapere con esattezza quale sia stata la faglia,o le faglie, che hanno generato le scosse di oggi, è probabile che ancora una volta si sia trattato di un fenomeno di contagio sismico tra faglie adiacenti, con un effetto domino, o a cascata. Questa è la prima analisi degli esperti, tra cui il geologo Francesco Peduto del Consiglio nazionale dei geologi che, in un intervento  su Il Corriere Adriatico sottolinea che le ultime scosse di terremoto “sono relative allo stesso sistema di faglie del sisma che si è scatenato il 24 agosto scorso: i morfoblocchi, le strutture tettoniche coinvolte nelle scosse di oggi sono le stesse che hanno prodotto le sequenze dei mesi scorsi nell’Italia centrale”. Peduto spiega:”In queste sequenze sismiche stiamo tutti imparando a capire ciò che gli esperti sanno non essere una regola e cioè che dopo una forte scossa non è detto che poi il terremoto vada fermandosi con repliche calanti”. Peduto, infine, ricorda che “è stato così anche con il sisma de L’Aquila del 2009. In quel caso ci fu uno sciame sismico persistente e seguito da una forte scossa il 6 aprile di magnitudo 6.3. Nel caso dei terremoti registrati da agosto scorso «lo sciame non si è mai fermato, mai interrotto, ma si sono registrate a più riprese sequenze di repliche anche molto intense”.