Secondo le stime di Lucart, a seguito di un’analisi EPD, raddoppiare il consumo nazionale annuo di carta igienica riciclata potrebbe portare a un risparmio annuo di oltre 5 milioni di m3 di acqua e 400mila tonnellate di legno.
Lo scorso lunedì, in occasione della Giornata Mondiale del Riciclo, la toscana Lucart (azienda leader in Europa nella produzione di prodotti tissue e produttore di Grazie Natural) ha illustrato i dati relativi all’analisi EPD che rivelano che raddoppiare il consumo nazionale annuo di carta igienica riciclata potrebbe portare a un risparmio annuo di oltre 5 milioni di m3 di acqua e 400mila tonnellate di legno.
Notizia estremamente rilevante, soprattutto se consideriamo che il legno è una delle materie prime più utilizzate al mondo e che ad oggi l’uomo sfrutta le risorse naturali della terra più in fretta di quanto queste riescano a ricostituirsi, consumandone una quantità pari a 1,7 volte la capacità di rigenerazione del pianeta .
Il legno serve, fra le altre cose, per produrre la carta che usiamo tutti i giorni, compresa la carta per uso igienico-sanitario: basti pensare che solo in Italia, in un anno, si producono circa 1,5 milioni di tonnellate di carta tissue per uso igienico-sanitario e di queste solo il 7% viene prodotta con materiali di riciclo[1]. Questo dato mostra come, sebbene il nostro sia uno dei Paesi più virtuosi in Europa per il riciclo di carta e cartone (Rapporto Annuale Comieco 2017) ci sia ancora molto da fare per ridurre l’impronta ecologica che l’uomo ha sul pianeta.
Durante il percorso di certificazione EPD (Environmental Product Declaration) su due carte igieniche, prodotte dalla stessa multinazionale italiana, Lucart ha avuto modo di appurare i vantaggi ambientali della carta igienica realizzata usando materiali riciclati rispetto a quella prodotta partendo da materie vergini.
Per ogni tonnellata di carta igienica riciclata prodotta sono stati misurati, infatti, diversi vantaggi ambientali rispetto alla carta da cellulosa “vergine”, ovvero:
- la riduzione dell’80% sul consumo di risorse rinnovabili, con un risparmio di 4.060,9 kg di legno;
- la riduzione del 38% sul consumo delle risorse idriche, vale a dire 50,63 m3 di acqua;
- un risparmio di 404,50 kg di CO2, il gas fra i maggiori responsabili dei cambiamenti climatici.
«Abbiamo sempre sostenuto che non potendo essere ulteriormente riciclati è importante che i prodotti come la carta igienica vengano realizzati usando materiali di recupero – afferma Massimo Pasquini, AD di Lucart – Siamo rimasti però anche noi sorpresi nel leggere i risultati del risparmio ambientale delle carte riciclate determinati dall’analisi EPD che abbiamo fatto su alcuni nostri prodotti. Risparmiare più di 50m3 di acqua per tonnellata di carta prodotta vuol dire che se i prodotti riciclati avessero più spazio nel carrello della spesa di tutti gli italiani, magari raddoppiando la quantità di carta igienica riciclata acquistata a livello nazionale (a parità di consumi totali), potremmo risparmiare una quantità di acqua che potrebbe riempire 2000 piscine olimpioniche, una cifra incredibile!»
Un risultato ambizioso ma assolutamente raggiungibile. Perché questo accada è necessario, però, che venga implementato un quadro normativo, armonizzato a livello europeo, che favorisca la produzione e la vendita di prodotti riciclati, ad esempio con l’approvazione di decreti come l’End of Waste e con l’adozione di misure incentivanti come l’iva agevolata per i prodotti riciclati.
«In questo modo i prodotti virtuosi avrebbero più spazio anche sugli scaffali della GDO. Infine gli acquisti di prodotti igienico sanitari degli enti pubblici con i criteri ambientali minimi, dovrebbero prevedere una rilevante percentuale di carta riciclata. Se la raccolta differenziata non è seguita dalla produzione e dall’acquisto di prodotti riciclati, infatti, diventa una attività senza valore aggiunto» conclude Massimo Pasquini.
Nel percorso di realizzazione della dichiarazione EPD e dello studio LCA che ne costituisce la base scientifica, Lucart S.p.A. si è avvalsa del supporto tecnico e metodologico di un team di ricerca della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa e di Ergo s.r.l., società spin off della suddetta Scuola.