Farsi sedurre dalla primavera, aprire il cuore alla vita e al suo mistero: aprile è pura delizia.
L’essenza del mese di aprile è la resurrezione, o meglio, la testimonianza della resurrezione: non è richiesto atto di fede nel vedere che un albero prima spoglio è ora frondoso e verdeggiante, dimora di nuova vita, ma ci vogliono apertura del cuore alla meraviglia o al senso del sacro per percepire che agiscono forze invisibili a sostenere le radici della vita sulla terra.
Sì, apertura: aprile (dal latino aperire) è il mese che schiude e dilata, è il soffio che esce da dentro verso l’esterno, dalla Terra verso il Cielo, come fanno le cose vive. Aprile è rivelazione.
Energia femminile
Nell’antichità era il tempo delle Grandi Madri, coloro che generano e nutrono la vita: nel momento in cui il grano germoglia si celebravano Cibele e Cerere, dea italica delle messi, e la feconda Tellus (Terra). Arrivava anche Venere, o la greca Afrodite: altra origine del nome aprile è il greco ‘aphròs’, la ‘spuma del mare’ da cui nacque la dea che volge i cuori al bello e li apre all’amore.
Veniva celebrata la dea Fortuna, a propiziar ogni nuova impresa, e il mese si chiudeva coi Floralia, le festività dedicate a Flora, dea della vegetazione in fiore (trasformata dalla Chiesa in San Floriano, ricordato il 4 maggio). Un mese di energia femminile, quella più fresca e feconda e bella, di cui non è rimasta traccia celebrativa nel calendario, ma ne vivifichiamo la memoria ogni volta che coltiviamo o ammiriamo un fiore.
Una curiosità: il 25 aprile si onorava anche Robigo, dea che tiene lontana la ruggine dal grano (in realtà un fungo) e dal ferro, ma anche quella che corrode gli animi con invidia e malignità. Una eco della festività è stata assimilata dalle rogazioni, processione cristiana che prevede(va) la purificazione e benedizione dei campi ad auspicio di un buon raccolto e che sull’altopiano di Asiago sta tornando in auge in un partecipato pellegrinaggio, seppure un po’ spostato di data e con significati aggiunti che testimoniano le stratificazioni della storia.
Uscire all’aperto…
Apertura ed espansione, dicevo. Iniziano i mesi delle attività all’aperto, sembriamo voler respirare anche dalla pelle, non solo dal naso, e si… ‘rimuove la ruggine’ dalle articolazioni: il corpo chiede flessibilità, una qualità propria del crescere, che aggiunge adattamento e cedevolezza alla stabilità, come fa ogni fusto o tronco di pianta.
Tonifichiamo questa preziosa qualità a tavola, introducendo germogli e verdure di stagione, tra cui asparagi, barba dei frati, ravanelli e fave, preparandoci ad abbandonare le crucifere (cavoli e broccoli) e i radicchi rossi. E portiamo a tavola l’olio di oliva con maggior consapevolezza della millenaria alleanza dell’olivo con noi, popolo del Mediterraneo: sono 6.000 anni che ci dona il suo sostegno attraverso la sua essenza, potente e luminosa, la quale fu balsamo per ferite e unguento degli atleti olimpici, combustibile per rischiarar la notte e veicolo per far scendere su re, sommi sacerdoti, e ancora oggi su ogni fedele, la luce divina. Infine addolciamo le colazioni con 1 o 2 datteri, frutti energetici e ricchi in minerali, per legarci a uno degli alberi simbolo di questo mese. In greco la palma è Phoenix, sì, l’uccello solare che risorgeva dalle proprie ceneri e il cui piumaggio è rappresentato dalle grandi foglie della pianta, così raggiante e slanciata al cielo. Non è un caso sia simbolo di vittoria e immortalità.
…senza stancarsi troppo
E se poi accade il proverbiale dolce dormire dell’aprile, risvegliamoci con dell’olio essenziale di Rosmarino: il suo profumo è corroborante, dona energia e sostiene la memoria. Basterà diffonderlo nell’ambiente (di lavoro o studio) o aggiungerne 2-3 gocce sulla spugna nella doccia mattutina per svegliare mente e corpo, scacciando il timore di non farcela. E tra i fiori di Bach affidiamoci a Clematis per radicarci nei nostri progetti quando il vento primaverile scompiglia non solo i capelli ma anche i pensieri e lasciamoci pungolare dalla Rosa Selvatica (Wild Rose): siamo vivi, la Luce splende, il sangue scorre e… la primavera ci seduca!