Molti sono gli artisti che per sensibilizzare l’opinione pubblica al problema dello scarto, cercano di ridare vita a oggetti persi nel nulla. Come avevamo parlato del gruppo di artisti tedeschi Recycle Art o di Federico Uribe, oggi scopriamo Annarita Serra che, dal mare, recupera oggetti di plastica per trasformarli in opere d’arte parlanti. Nata a Villacidro, nel sud della Sardegna, Annarita ha studiato al Liceo artistico milanese di Brera, è cresciuta alla Bovisa e qui vive e lavora, come artista e designer. Brand manager di una multinazionale per lungo tempo, durante uno dei suoi numerosi viaggi di lavoro nella verde-azzurra Nuova Zelanda, riscopre il potere del mare e della natura primordiale. Siamo nel 1999 e la vita di Annarita cambia. Da quel momento torna alle sue origini, che si erano perse nei tempi e nello spazio, ripercorre le coste della Sardegna e giunge alle spiagge delle dune Piscinas, ambiente unico che le ricorda le nuova Zelanda. Qui, passeggiando, trova rifiuti di plastica di ogni tipo; inizia a raccogliere quei pezzi levigati da onde e sale e li porta nel suo atelier milanese. Pensando a che farne. Da quel momento inizia il lavoro instancabile che coniuga le sue grandi passioni, arte e mare. Era come se quest’ultimo le avesse chiesto aiuto: i quadri creati da quei rifiuti avrebbero parlato al mondo, invitato a non perseverare in quello scempio. Dal 2006, Annarita inizia ad esporre i suoi lavori, fatti di oggetti di scarto ricomposti, in un impegno estetico eccezionale di personaggi, icone e quadri famosi che attirino l’attenzione. Frida Kahlo, Audrey Hepburn, quadri di Vermeer, La Venere di Botticelli, tutte opere riprodotte da tappi, brandelli, pezzi di plastica venuti dal mare.
Scarti che rinascono a dire ora basta a un fenomeno che cambia forma e dimensioni, e che da notizia inizialmente poco diffusa diventa un’emergenza mondiale per la quale non resta più molto tempo. Una gestione dei rifiuti che ha fatto sì che l’ambiente venisse, letteralmente, invaso dalla plastica abbandonata, gettata, mal gestita. E dove il mare sta pagando il prezzo più alto. In una consapevolezza, che, fortunatamente, aumenta, anche grazie ad artisti come la Serra. Prima che sia davvero tardi.
Immagini dal sito di Annarita Serra