“Se non si cambia rotta nessuno può sentirsi al sicuro. Né può pensare che lo siano i propri figli, neppure se non hanno ancora visto la luce – spiega Riccardo Quintili, direttore della testata – tra le tante cose da cambiare c’è anche l’atteggiamento di chi dovrebbe istituzionalmente difendere i consumatori e invece spesso si macchia di conflitti di interessi che ne ottenebrano il giudizio.”
A spezzare una lancia a fare della petizione l’on. Federica Daga (M5S): “Dopo i PFAS del nord est, la presenza eccessiva di arsenico in alcune zone e i danni causati della presenza di inquinanti vicino a fonti e falde acquifere, ora ci tocca affrontare la questione glifosato”. L’erbicida, infatti, entra nelle falde acquifere tramite l’irrigazione dei campi. “Sul glifosato si è attivata una rete europea per sensibilizzare sul tema e arrivare a raccogliere 1 milione di firme in 7 Paesi da portare alla Commissione Europea. Questa petizione è troppo importante. Dobbiamo dire NO al glifosato, è per il bene di tutti“.