Una domenica sera amara nella periferia nord di Napoli, nel quartiere di Chiaiano, dove è stato fato alle fiamme il Fondo Rustico “Amato Lamberti”, terreno agricolo confiscato al clan della camorra Simeoli (Nuvoletta) 13 anni fa.
La telefonata che arriva a Ciro Corona, legale rappresentante del fondo e della cooperativa (R)esistenza che lo gestisce, è perentoria “Hanno incendiato il vigneto sul fondo rustico!“.
La corsa per andare a vedere coi propri occhi è stata senza fiato, come racconta proprio Ciro con un post sul proprio profilo Facebook, che racconta la rabbia, ma anche la commovente mobilitazione delle persone del posto che confermano la volontà di restare:”La corsa contro il tempo, 15 km di distanza che non finivano più… arrivo a via Tirone, la puzza di bruciato, il fumo, la voglia di gridare e scoppiare in lacrime sostengono la mia folle corsa… il peggio è stato scongiurato. Amici, persone di Chiaiano erano li a spegnere quel fuoco e a custodire il Fondo, la pioggia è stata sacrosanta e provvidenziale. Il silenzio dell’angoscia è interrotto solo da un urlo in dialetto proveniente da un motorino ad alta velocità “Ve ne dovete andare“. È buio per le foto e per la conta dei danni, le fiamme sembra non abbiano danneggiato il vigneto. Di sicuro della casetta di legno non rimane che un felice ricordo.
L’incubo del “braccio di ferro” ritorna, forse non più con i Simeoli, forse le nuove famiglie, forse l’invidia, forse la voglia di fermare il cambiamento…
Ora ci sarà qualcuno che mi dirà che son stati i soliti ragazzini, magari gli stessi dei proiettili all’Officina delle Culture, che non devo preoccuparmi ed essere allarmista… fatevi da parte per cortesia!
Noi di sicuro, con o senza la rete, con o senza le forze dell’ordine, con o senza le Istituzioni, così come ci hanno insegnato i nostri maestri briganti e partigiani, SAREMO SEMPRE QUI A DIFENDERE LA NOSTRA TERRA.”
Il fondo agricolo
Ha una destinazione a frutteto misto. Sullo stesso si sono individuate aree con colture di specie diverse: il vigneto di 2 ettari circa che produce uva da vino bianco della varietà Falanghina DOC, dalla quale la Cooperativa Sociale (R)esistenza produce e commercializza la Falanghina Selva Lacandona; il pescheto di 5 ettari circa, il ciliegeto di 1 ettaro che è di recente impianto, un limoneto e un prugneto. Dedicato alla figura del sociologo Amato Lamberti, fondatore dell’Osservatorio Anticamorra, professore di Giancarlo Siani e precursore di tante battaglie che oggi (R)esistenza, prendendo spunto dalle sue lezioni, porta avanti.
La solidarietà
Tanti sono stati i messaggi da parte di amici, cittadini comuni, associazioni, giornalisti come Sandro Ruotolo, e istituzioni come il Sindaco di Napoli Luigi de Magistris che scrive pubblicamente:”Vicinanza a Ciro Corona e ai ragazzi che gestiscono il Fondo Rustico “A. Lamberti” di Chiaiano per l’incendio che dalle prime informazioni sembra doloso. Provvidenziale la pioggia e l’intervento dei cittadini residenti a Chiaiano, grazie al loro tempestivo e coraggioso intervento hanno scongiurato il peggio. Una reazione importante, che lancia un chiaro segnale a chi pensa di intimorire con questi atti vili. Il fondo è del popolo napoletano, non dei criminali. Forza Ciro, non siete soli. Vinceremo!”
La conta dei danni e il sospiro di sollievo
Il giorno dopo si tira un sospiro di sollievo perchè fortunatamente il vigneto non è stato toccato dalle fiamme, certamente dolose dal momento che è stata trovata traccia di liquido acceleratore e un divano. Il sospetto si era già palesato ieri sera quando due ragazzi in motorino avevano gridato alle persone indaffarate nello spegnimento dell’incendio di andare via. Ancora una volta la buona notizia è arrivata da Ciro Corona che con la lucidità che lo contraddistingue pone alcune riflessioni importanti: “Ieri sera ha vinto Chiaiano. Con la luce e la lucidità facciamo la conta dei danni. Vigneto intatto. Hanno dato fuoco alla casetta di legno con del liquido (acceleratore di combustione) e un divano. L’imminente azione dei chiaianesi ha spento le fiamme sul nascere. Fumo, puzza e tanta paura oggi lasciano spazio alla felicità. Qualche punto su cui riflettere rimane però aperto.
– Al di la del fuoco, chi erano quei giovani che in sella ad una moto ci urlano di andare via, quale messaggio dobbiamo leggere?
– Perché incendiare un caseggiato inutilizzato e non le casette presenti nel pescheto, soprattutto non assicurarsi della riuscita del vile atto?
– Perché siamo sempre pronti a rincorrere le emergenze e mai un tavolo inter-istituzionale è stato lanciato per darci i permessi per.mettere in sicurezza quel posto?
Chiaiano ieri ha dovuto rispondere ancora una volta dal basso nella difesa di quel posto. Ancora una volta i veri custodi son stati i cittadini, i napoletani.”
Questo è sicuramente il punto di ri-partenza più importante per tutti quelli che continueranno ad animare e curare quello che da luogo simbolo del potere della camorra è diventato ormai bene comune e di riscatto sociale per tutti.