Esistono più di 600 norme sull’amianto, mancano le discariche, il monitoraggio è un miraggio lontano: oggi è il compleanno della legge che nel 1992, ben 25 anni fa, ha messo al bando l’amianto ma siamo ancora lontani dal celebrarne i funerali.
Se ne è parlato questa mattina alla Camera dei Deputati (Sala della Regina) in un convegno nazionale organizzato dal M5S (deputati Alberto Zolezzi e Massimo De Rosa) che ha fatto il punto sullo stato dell’arte e ha fotografato il Testo unico sull’amianto, in via di definizione al Senato, grazie all’intervento del magistrato Bruno Giordano che vi sta lavorando per conto della Commissione d’inchiesta sugli infortuni del lavoro del Senato.
All’incontro – una vera e propria tavola rotonda – hanno partecipato anche ministero dell’Ambiente, con la dottoressa Laura D’Aprile, ministero della Salute, dottor Mariano Alessi, l’Ispra, con il dottor Marco Giangrasso, l’epidemiologo Valerio Gennaro, l’Osservatorio nazionale amianto con il presidente avvocato Ezio Bonanni, l’Afeva Sardegna con Salvatore Garau.
Un compleanno amaro, quello della legge, che prevedeva la messa al bando dell’amianto, lo stop alla commercializzazione ma non includeva obbligo di rimozione. E ancora oggi in Italia ci sono 32 milioni di tonnellate di amianto in Italia.
«Uno dei principali problemi è che mancano le discariche: a volte i monitoraggi non vengono effettuati perché poi nasce il problema di dove poter smaltire l’amianto – ha detto la dottoressa Laura D’Aprile – Ci sono regioni che hanno fatto delibere definendosi a discarica zero e quindi quando faremo la programmazione del conferimento a livello nazionale ci andremo a scontrare con queste regioni. Qualcosa poi non ha funzionato nel fondo amianto: infatti sono disponibili 368 mila euro di finanziamenti ma sarà impiegato solo il 6,5% della disponibilità del fondo nel 2016. C’è scarsa sensibilizzazione, scarsa informazione, ancora oggi».
Stesso appello dall’Ispra: «Conferiamo l’amianto in Germania ma ci hanno fatto sapere che presto non lo accetteranno più e non esistono altre possibilità che creare dei luoghi di conferimento in Italia. Sarebbe poi auspicabile che i metodo in via di sperimentazione dell’inertizzazione dell’amianto fossero utilizzati su scala industriale».
Il punto sul testo unico è stato presentato dal magistrato Bruno Giordano: «Ci sono 240 leggi statali e circa 400 atti normativi regionali sull’amianto che il testo unico sta cercando di razionalizzare ma che non potranno essere toccate da legge statale. Una proliferazione certamente problematica. I numeri del problema sono largamente sottostimati: basti dire che la Calabria fino al 2014 non aveva alcun sito con amianto monitorato. E non abbiamo una norma che tuteli la collettività: invece l’amianto è un problema di tutela della salute pubblica non solo dei singoli individui».
E quella che abbiamo a disposizione è una fotografia distorta del problema: «Monitoraggi inesistenti e non esiste nemmeno l’obbligo di eseguirlo. Invece lo introdurremo nel nuovo testo.
Il deputato M5S Alberto Zolezzi ha denunciato che nonostante la legge l’amianto è stato estratto e commercializzato in Italia almeno fino a ottobre 2016: «Veniva estratto da una cava sarda e poi utilizzato nell’industria della ceramica del viterbese e anche di Sassuolo. Una vicenda inquietante su cui sta indagando la procura di Viterbo. Chiameremo il procuratore di Nuoro, dove c’è la cava, in audizione in Commissione d’inchiesta ecomafia»
AMIANTO, M5S: “FESTEGGIAMO 25 ANNI DELLA LEGGE MA NON FUNERALE DI MATERIALE KILLER”
